Portfolio: da dove cominciare?

Portfolio: da dove cominciare?

Per chi svolge mestieri come il grafico pubblicitario, il web designer o il fotografo, aver un Portfolio valido è spesso sinonimo di lavoro in arrivo, soprattutto se si è Freelance!

Giustamente, un nostro utente ci ha chiesto come potersi creare un portfolio se si sta cercando ancora la prima esperienza lavorativa nel campo…
Proprio in risposta a questo quesito mi sento di dare questi consigli:

Per prima cosa create un vostro portfolio di “lavoro immaginario”. Con “lavoro immaginario” intendo dire di creare loghi, elaborazioni digitali, siti web o template, come se qualcuno ve li avesse ordinati!
In questo modo potete comunque dimostrare di essere in grado di far ciò che vi verrà richiesto e di far vedere il vostro stile.

Seconda cosa, allenatevi cercando di ricreare brand o immagini digitali già blasonate, ciò non vuol dire dovete copiare e dire sono vostre, assolutamente, ma di essere in grado di alzare il vostro livello di competenza!
Per esempio potete ricreare una locandina di un film famoso andando a personalizzarla, oppure una cover di un cd…

Quando lo inserite nel portfolio specificate la fonte e fate capire di non aver scaricato l’immagine senza farla davvero!

Terza cosa, proponetevi , anche gratuitamente per creare immagini, biglietti da visita, siti (chi più ne ha più ne metta) per dei vostri amici, che magari hanno un negozio o un’azienda, serve ad ampliare sicuramente il vostro portfolio e mettervi alla prova!

Tutto ciò che create e vi convince, inseritelo nel vostro portfolio, poi pian piano che il lavoro arriva andrete a sostituire i componenti del vostro portfolio.

Per crearsi un portfolio in pochi clic e per avere visibilità immediata vi consiglio vivamente di utilizzare la piattaforma Behance (//www.behance.net) , è uno strumento veramente valido e gratuito!

L’inizio, per noi che facciamo questo mestiere, è veramente difficile ma con tanta dedizione e determinazione ci si riesce!

Consigli da freelance a freelance

Consigli da freelance a freelance

Chi decide di intraprendere la strada da Freelance è spesso soggetto a pregiudizi che gli rendono la vita più difficile. Si ha spesso a che fare con clienti che non si rendono conto che Freelance non è sinonimo di reperibile 24 ore al giorno, di “low cost”, di persona che ha perso il lavoro fisso e ha bisogno di guadagnare a tutti i costi e così via dicendo.

Per molti, se non per tutti, diventare Freelance è una scelta che ha ambizioni e convinzioni dietro di essa e voglio dare qualche consiglio a chi si appresta a diventarlo.

1. ESSERE FREELANCE NON VUOL DIRE “COSTARE POCO” MA COSTARE IL GIUSTO!

Molti clienti cercano un freelance, possibilmente molto giovane, perché convinti di riuscire a fare un sito con una media 150/300 €! Il prezzo lo fate voi a seconda del tempo che dovete impiegare, dell’impegno e della vostra professionalità, poi se al cliente va bene si inizia altrimenti può chiedere ad altre persone, parenti, amici di amici di amici. Non temete a chiedere quello che ritenete giusto chiedere, siete professionisti!

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2. I FREELANCE HANNO ANCHE LORO DEGLI ORARI E NON SONO DISPONIBILI H 24!

Molto spesso chi è un libero professionista non ha un cartello con su scritto gli orari di lavoro, anche perché è difficile stabilirne. Uno dei vantaggi di un libero professionista è potersi gestire da solo orari di lavoro e non.

Questa però alle orecchie di molti clienti suona come un “è l’1 di notte, lo chiamo tanto non è che ha un negozio!” (vi assicuro mi è capitato di esser chiamato a mezzanotte e mezzo per un problema ad un sito! dopo aver fatto notare al cliente che era una certa ora lui si è giustificato dicendo : “ah, ma è sabato sera, sei giovane ero convinto non dormissi”)

In fase di appuntamento è bene stabilire in che orari preferite essere chiamati o avere due numeri di telefono, uno per lavoro e uno personale, in questo modo decidete voi quando staccare la spina anche dal telefono!

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3. Il cliente non ha sempre ragione…

Il detto “il cliente ha sempre ragione” è forse più valido per i commercianti che nel caso di grafici e web designer freelance. Non per niente ma per il fatto che molto spesso ascoltiamo richieste alquanto assurde per non dire improponibili, o addirittura di fronte persone che vogliono dirci come svolgere il nostro lavoro e magari non hanno idea di cosa voglia dire progettare un sito.

Fate valere la vostra professionalità e la vostra idea, non cercate di accontentare il cliente anche quando vedete sia molto dura, potreste ottenere un effetto controproducente per voi stessi nonostante volevate far loro un favore. Esempio? Vi chiedono come menù due pupazzetti che ascoltano la voce degli utenti e li portino dove desiderano magari con tanto di caffè. Se sapete che è abbastanza difficile non cimentatevi in esperimenti che poi vi portano dal cliente a mani vuote e vi spacciano pure per incompetenti!

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4. Chiarite qual’è il vostro mestiere!

Può sembrare un consiglio assurdo ma non lo è! Alcuni clienti pensano che una volta accettato il preventivo possono chiedervi qualsiasi cosa! Ad esempio io faccio sia siti che grafiche e fotografie, di conseguenza faccio preventivi per ecommerce che comprendono la struttura del sito, della grafica e delle fotografie dei prodotti, bene, non avete idea dei clienti che da qui iniziano a chiedermi di aggiustargli il computer, di sistemargli la firma per la mail, installare programmi sui loro pc etc etc

Chiarite che farete per loro ciò che è scritto nel preventivo, non è un fatto di cattiveria o maleducazione ma di professionalità! sicuramente a chi ci va più a genio non negheremo mai la cortesia ma c’è sempre un limite.

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5. La presentazione dei vostri progetti

Questa è una fase fondamentale per portare a casa il lavoro! Fate una presentazione del vostro progetto dettagliata e completa, se dovete ad esempio far vedere il layout di un sito, anche se è una bozza in .jpg date l’effetto che travolga il cliente! Va bene che ci saranno testi di posizione e foto di posizione ma cercate ad esempio foto d’impatto, che facciano la differenza! Potete aiutarvi con i siti dove si vendono i template, fate caso a quanti template acquistate più per le foto che per il sito, poi magari andate a metter delle foto esterne al template e vi piace di meno!

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6. Prendetevi tempi non esagerati ma giusti!

Questa è una cosa imparerete con l’esperienza ma è bene avvisarvi… Molti pensano che fare un sito vuol dire impiegare una mattinata, voi sapete bene che non è così, anzi, c’è la parte del progetto, la parte dei codici, della grafica, indicizzazione etc etc

Non promettete al cliente di fare un sito in 3 giorni se sapete che ce ne metterete di più, soprattutto quando avete altri siti da realizzare! Prendetevi un tempo giusto che vi faccia sentire sicuri e non con l’acqua alla gola, il cliente sarà più felice con un bel sito 5 giorni dopo piuttosto che con un sito che non gli piace il giorno dopo il preventivo!

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7. Un piano di produzione per voi e per il cliente

Molto spesso, soprattutto con siti molto grandi e che richiedono grande impegno, sono solito realizzare un piano di produzione che consegno al cliente insieme al preventivo. E’ una cosa che è stata sempre apprezzata e ha sempre fatto sentire il cliente di avere il “controllo della situazione” e a me di sapermi gestire meglio ogni fase della realizzazione del progetto.

Quindi mi prefisso tot date, ad esempio oggi è 26 settembre, il 30 consegno la bozza di layout, il 5 settembre le proposte grafiche, l’ 8 settembre l’home page del sito, e così via dicendo fino ad arrivare alla consegna finale. Ovviamente, viste alcune brutte esperienze, in queste date metto l’anticipo, il pagamento a metà del lavoro e il pagamento alla fine.

Lavoro: la figura del Programmatore è la più richiesta del momento!

Lavoro: la figura del Programmatore è la più richiesta del momento!

La tecnologia è sempre più il pane quotidiano di tutti, ormai se non sei su internet non esisti. Soprattutto sei hai un’azienda, hai un brand o sei un’artista che ha voglia di visibilità.

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Secondo il “Digital Scoreboard 2014″  le offerte di lavoro nel settore delle tecnologie dell’informazione aumentano di sette volte in più rispetto agli altri settori e secondo l’indagine annuale sull’occupazione condotta da Assinform in collaborazione con NetConsulting e la facoltà di Scienze Statistiche dell’Università di Milano Bicocca la figura della programmatore è la più cercata al momento. Sempre più aziende cercano un programmatore.

Solo un anno fa l’Account Manager era la figura professionale più richiesta dal mercato, mentre ora è il Programmatore Xml e Java a essere in auge.

Perdono invece posizioni figure come il Progettista di Architetture Software, il Consulente Crm, il Programmatore Html e il Sistemista di reti Tlc e quello di rete Internet, che hanno dovuto lasciare il posto a nuovi knowledge worker.

Per chi ha intenzione di fare della programmazione il suo progetto di vita è questo uno dei momenti più proficui, chi riuscirà ad affermarsi ora e ad inserirsi nel campo ci rimarrà a lungo.

Il numero di laureati in queste discipline è in calo seppur esistono corsi di laurea come “Informatica” e “ingegneria informatica” che sono un ottimo punto di partenza, sono sempre più i giovani però che intraprendono questo percorso facendo corsi in istituti specifici e imparando i vari linguaggi di programmazione in maniera autonoma o sviluppando progetti personali.

Distinzione tra grafica pubblicitaria, editoriale e web design.

Distinzione tra grafica pubblicitaria, editoriale e web design.

Spesso capita che persone che vogliono studiare per fare i grafici non sappiano bene le distinzioni tra i vari settori, di cosa si occupa effettivamente un grafico. Ci si trova un po’ spaesati tra tutti i corsi che vengono offerti e non si sa quale sia il più adeguato a ciò che si desidera fare.

Facciamo un breve excursus del settore della grafica.

Tanto per cominciare la grafica è quel settore orientato alla progettazione e alla realizzazione di prodotti di comunicazione visiva. Comunicazione visiva che è un termine molto ampio che comprende diversi ambiti, proprio per questo esistono tipi di lavoro diversi tra loro seppure inerenti tutti alla grafica. Un grafico può lavorare in studi grafici, in agenzie pubblicitarie, case editrici, giornali, aziende, nel mondo dello spettacolo.

Il grafico pubblicitario, forse il ruolo più richiesto, è colui il quale si occupa della creazione di prodotti per i più svariati campi della comunicazione. Può creare tutto ciò che occorre per la pubblicità (manifesti, volantini, gadgets e così via). Tutti gli elementi che costituiscono l’identità di un’azienda (loghi, marchi, testi, immagini correlate).

Il grafico editoriale , invece, andrà a creare per tutto ciò che è inerente all’ambito dell’editoria (impaginazione di libri, riviste, giornali, cataloghi). Lavorando per lo più con programmi come ad esempio Indesign.

Il web designer è il ruolo che ha chi progetta e sviluppa le pagine per il web. L’ideale sarebbe saper creare anche i contenuti che può avere un sito internet a livello grafico in modo tale da poter essere completamente autonomi. Le conoscenze di un web designer sono molto vaste, bisogna saper soddisfare esigenze che possono andare da un sito di un privato che vuole una sua presentazione a un’azienda che vuole vendere prodotti online. Le conoscenze quindi riguardano la capacità di progettare per il web, tutto ciò che rende un sito accessibile e usabile, i software per la grafica.

Per esperienza personale e professionale mi sento di consigliar di acquisire le conoscenze per tutte e tre le figure professionali, essere una figura completa a 360 gradi consente di diventare un profilo altamente appetibile dalle aziende. Infatti, soprattutto oggi, dove si sta molto attenti ai risparmi, assumere una figura che sappia ricoprire più ruoli è una mossa che adottano molte aziende!

Per tutti coloro che vogliono diventare grafici il miglior biglietto da visita rimane un portfolio da presentare. Lavori che attestino le vostre capacità, la vostra inventiva. Un continuo aggiornamento sulle novità tra programmi, strumenti, nuove tecnologie è necessario per non rimanere mai indietro e non farsi mai trovare impreparati.

Partita IVA e REGIME DEI MINIMI

Partita IVA e REGIME DEI MINIMI

Partita iva e regime dei minimi.

Ribadisco che, se volete iniziare un’attività tutta vostra, la partita iva con il regime dei minimi è l’ideale.
Ricapitoliamo con un esempio pratico  i vantaggi di questa particolare modalità di partita iva. Per prima cosa è fatta proprio per i giovani: vale per tutte le nuove partite iva aperte e per 5 anni dall’inizio dell’attività. Fino ai 35 anni. 

Supponiamo che svolgiate un lavoro per un cliente e che vogliate farvi pagare 100 euro. Ora sicuramente saprete che c’è sempre quella fastidiosissima IVA di mezzo del 22%. Questo vuol dire che quel 22% non sarà un vostro guadagno ma fa parte delle tasse che a fine anno dovrete pagare, quindi dai 100 euro ve ne resterebbero 79!
Se volete guadagnare 100 euro, dovrete aggiungere a questi 22 euro di iva, e il vostro cliente di dovrà pagare così 122 euro. Vero è che il vostro cliente scaricherà quanto pagato a voi dalle sue tasse (vedremo poi un esempio pratico anche di questo), ma ad alcuni potrebbe “dar fastidio” aggiungere così tanto per un lavoro, e psicologicamente gli sembrerà di pagare di più (specialmente a chi non ha una grande azienda o attività ed è abituato a piccole spese – e questo sarà molto probabilmente il vostro target iniziale).

Con la partita iva dei regimi minimi questo problema si ridimensiona notevolmente. Difatti siete esenti da IVA! Vale a dire addio 22%, non dovrete aggiungere nulla quando emettete la fattura. Tenete tuttavia presenti le vostre spese. E’ vero che non c’è più iva sulla fattura, ma è anche vero che dovrete poi a fine anno versare il 5% del vostro netto in tasse. Però è molto diverso farsi pagare 100 euro e poi emettere una fattura da 122, che invece spiegare con quale regime lavorate e farvi pagare 105 euro.

Un consiglio che mi permetto di darvi: non mettete quei 5 euro insieme ai 100! Metteteli da parte e dimenticateveli fino a fine anno, perchè sicuramente li spenderete (e poi quando arriva il momento di pagare ve li chiederanno comunque 🙂 ).

ALTRI COSTI OLTRE AL 5%…

A questo dobbiamo aggiungere un’ulteriore considerazione. Dal vostro netto guadagno annuale (quindi poniamo che abbiate svolto solo il lavoro dell’esempio vale a dire 100 euro (i 5 sono tasse e quindi non sono guadagno) dovrete togliere ulteriore 27,72% (che può salire fino al 33% per elevati guadagni – ah! dimenticavo di dirvi che il regime dei minimi si può avere fino a guadagni annuali di 30000 euro…immagino all’inizio basti, anche se vi auguro di no!).

Questo 27,72% rappresentano i contributi che dovrete versare all’INPS per ottenere, da vecchietti, la vostra pensione. Quindi considerate anche questa percentuale quando dovrete presentare un preventivo al cliente. Naturalmente  questi ulteriori soldi che “non vedrete più per un bel pò” non sono proprio una tassa, ma l’assicurazione sul vostro futuro; tuttavia considerateli per gestire il vostro bilancio attuale.

Tornando all’emissione della vostra fattura, potrete indicare un 4% che prende il nome di diritto di rivalsa. A fine anno così, di “vostro” vi mancherà di pagare il 23%. Il vostro cliente così, per 100 euro, vi darà 100 euro, più il 5% (5 euro che pagherete in tasse) e il 4% (4 euro che verserete all’INPS insieme all’ulteriore 23% a fine anno).

Quindi costo finale da presentare in fattura, 109 euro, ben diverso da 121! Un 9% extra totali a fronte del 21%.

Non sarete nemmeno soggetti ai controlli di settore, specialmente se aprite una partita iva generica (all’inizio potete farlo) con la quale potrete svolgere qualsiasi lavoro, dalla grafica al muratore! Comodo no?

Vi suggerisco, anche se avrete la tentazione di fare tutto da soli, di parlare con un commercialista e lasciare che vi segua almeno per il primo anno, fino a quando non saprete cavarvela da soli! Trovatene uno economico e magari di fiducia, perchè sembra tutto semplice (e in effetti in gran parte lo è) ma vi servirà come il pane per capire come meglio gestire le vostre entrate e le vostre uscite.

psst! A proposito, considerate nelle spese anche il costo del commercialista…