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Da Vezia

Vezia, situato in una lontana galassia nell’intorno della stella Vega, nella costellazione della Lira, è un pianeta molto simile alla città di Venezia, immerso in una laguna d’acqua dolce. Qualche tempo prima, 3 valorosi astronauti del suddetto pianeta, intrapresero un viaggio verso un altro mondo abitabile del sistema solare, nella galassia della Via Lattea. Questo fu reso possibile dall’alta tecnologia che il pianeta vanta, unito alla relativa vicinanza, in termini astronomici, alla Terra, ovvero soli 25 anni luce. Nonostante il grande progresso di Vezia, sebbene il loro efficientissimo paratelefono, un telefono dotato di una mini-parabola, potesse prendere a migliaia e migliaia di kilometri, Jim, Mark e Ping nulla poterono di fronte al vento solare. I 3 astronauti vennero deviati con le loro navicelle in direzioni diverse e si persero inevitabilmente.

Jim, finì sulla Terra e se la vide con squali e altri temibili pesci, ma alla fine, in virtù della strepitosa capacità degli abitanti di Vezia di cavarsela molto bene con le grandi masse d’acqua, riuscì a scamparla. Il riposo, però, duro appena qualche ora, il tempo di radunare rinforzi e ripartire per il sistema solare, alla ricerca dei 2 amici.

Nel frattempo, Mark, se la stava vedendo brutta, alle prese con un caldo torrido, disorientato in uno sconfinato paesaggio, buttato su un terreno pieno di sabbia rossa.

Il paratelefono da loro posseduto, benché resistente a temperature estreme, sia in un senso che nell’altro, sebbene anche la sua estrema resistenza all’acqua, nulla poteva contro il sale. Fortunatamente però, prima che il paratelefono di Jim andasse fuori uso, riuscì a colloquiare con i suoi compagni e a capire dove si trovavano: uno, disperso in un gran deserto rosso, l’altro, Ping, in un territorio completamente ghiacciato.

Dopo varie ipotesi, Jim e i suoi compagni  giunsero alla conclusione che Marte sarebbe potuto essere il pianeta dove Mark e Ping si siano diretti in seguito a quell’incidente. Infatti Marte, il pianeta rosso, poteva corrispondere al deserto rosso descritto da Mark, mentre i ghiacci alle estremità facevano pensare più al territorio descritto da Ping. Dopo vari tentativi di contattare i 2 dispersi, un certo clima di sfiducia cominciò a diffondersi; infatti non si ebbe nessuna risposta e il clima di Marte, piuttosto freddo, portò a escludere la possibilità di trovarvi Mark.

Duran durante Mark e Ping avevano ormai perso le forze ed entrambi caddero quasi simultaneamente al suolo. Le tute spaziali erano quasi distrutte e, il rischio che la diversa composizione chimica dell’aria potesse penetrare fatalmente all’interno del casco, ormai notevolmente provato, aumentava inesorabilmente. Come se non bastasse, a prescindere, la riserva del loro gas vitale presente nelle bombole era ormai ridotta al minimo.

A questo punto tutto sembrava perduto e, Jim, vide in lontananza la Terra, immersa tra il rossastro dell’atmosfera marziana; si perse a guardarla e, inconsciamente, si fermò su alcuni particolari che gli fecero balzare alla mente una nuova supposizione. Notò infatti che anche la Terra presentava dei territori ghiacciati alle estremità, si accorse tra l’altro che non era tutto mare e oceani, come la quasi totalità del loro pianeta. Fece immediatamente due più due e azzardò l’ipotesi che forse erano tutti finiti sulla Terra, ma in posti completamente diversi. Per Jim e gli abitanti di Vezia non era così intuitivo fare certe ipotesi, in quanto sul loro pianeta, il paesaggio era tutto uguale, una immensa laguna insomma, di conseguenza il clima era sempre lo stesso, variava solo periodicamente nel tempo, in base alle stagioni, ma non da luogo a luogo.

L’intuizione di Jim fu esatta, infatti scoprirono che Ping era capitato nella parte nord della Terra, l’Artide per intenderci, mentre Mark, nell’immenso deserto del Sahara. Proprio in extremis tornarono tutti sani e salvi su Vezia.